martedì 22 marzo 2011

PD: un tavolo comune

Ancora un passo nella direzione giusta quello fatto dal direttivo del Partito democratico. Riunitosi lunedì, l'organo decisionale del partito, oltre all'analisi della situazione politica e alla valutazione delle attività messe in campo nelle ultime settimane, ha individuato le prossime iniziative ed i prossimi eventi di campagna elettorale, a cominciare quello previsto per il 30 marzo al Palazzetto dello Sport dove interverrà Rosy Bindi, presidente del Pd e vicepresidente della Camera. In queste ore, inoltre, sarà ultimata l'elaborazione del programma in vista della elezioni di metà maggio, convinti che sia arrivato il momento di comunicare ai cittadini la nostra idea di città: punto di partenza ineludibile per ripartire. Questo il senso di marcia che ha in mente il Partito democratico: ri-partire dalle idee, dai programmi, dai progetti. Che non ha molto tempo per invertire la marcia, e riavvolgere il nastro di un film, quello girato dall'amministrazione di centro destra in questi dieci anni, fatto di debiti e disastri. A dir poco una gestione amministrativa fallimentare che ha ridotto il Comune sull'orlo della bancarotta, mandando in mille pezzi una rete di rapporti umani, culturali e sociali, tra un'emergenza rifiuti ed un'altra, uno sciopero un giorno sì e l'altro pure. Un disastro figlio della mancanza di un'idea di città condivisa, sostenibile e solidale. Che punti sulla dignità delle persone, sul sostegno agli ultimi, sulla valorizzazione del patrimonio storico artistico e su un turismo "culturale", sui giovani: non a parole, ma con politiche sul territorio in modo che non abbiano come unica scelta per crearsi un futuro, quella di andare via da Terracina. Un progetto di città che il Partito democratico è intenzionato a mettere a disposizioni di tutte quelle forze disponibili al dialogo, al confronto e al dibattito. In funzione di eventuali alleanze politico programmatiche, sia chiaro, non di "armate Brancaleone" pur di vincere. Che dieci anni di Nardi & Co. non lascia solo un Comune indebitato e una città disgregata, oltre che disgregante, ma una città senza prospettive per il futuro. E quindi il primo passo verso il cambiamento è ritornare a parlare di cose da fare, di problemi, di Terracina. Che ha in sé idee e uomini capaci di invertire la rotta, senza aspettare la benedizione dall'alto di chicchessia. Un segnale di discontinuità forte con il passato, segno di maturità, che il Partito democratico si sente di dare alla città, ai cittadini e a tutte quelle forze che vorranno confrontarsi, dialogare e discutere sul programma. È ora che si torni al più presto insieme a parlare di programmi, di progetti avendo alla base un'idea di città. Tutto il resto sono chiacchiere di una politica che ha perso il contatto con la realtà, con i bisogni e le esigenze dei cittadini.

Mimmo Zappone


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