lunedì 2 maggio 2011

La città che vorrei: ai giovani, la parola

Una stazione, un treno da prendere: questo l’unico luogo dove ci incontriamo. Se non fosse per qualche locale, o per l’enorme lavoro fatto dalle scuole, su una panchina, mentre il capostazione annuncia i soliti 10 minuti di ritardo, ci siamo incontrati, abbiamo scambiato due chiacchiere. Solo un treno per andare lontano”, con una suggestione inizia il segretario del Partito democratico, Alessandro Di Tommaso. I giovani, le politiche giovanili: il tema affrontato oggi, la sfida di domani. Il punto di partenza per ripensare un’altra città, la nuda e cruda realtà di questi anni. Manifestazioni, iniziative ventidieci eccome se sono state fatte. Poi finisce che per quella che è la festa di tutti, non di una parte, la Madonna del Carmine, non piovano contributi, ma denunce e decreti ingiuntivi. “Dalla nostra parte, nel nostro programma – racconta il segretario - una città diversa. Che è possibile se a guidarla ci sarà un’amministrazione con un’idea di città. Il che vuol dire non offrirvi un posto da bagnino per due mesi l’anno, ma capace di creare le condizioni perché un ragazzo dopo l’esame di maturità possa realizzarsi nei sogni e nelle aspettative qui, non altrove. È quindi tempo di ripensare luoghi e i protagonisti al passo con i tempi: la rete. Di sederci tutti intorno ad un tavolo per dialogare, progettare e costruire progetti per i giovani, con i giovani: la partecipazione. Di favorire matching tra mondo della formazione e tessuto produttivo locale in grado di offrire un’opportunità di conoscenza, di visibilità nel mondo lavorativo anche recuperando “mestieri di una volta” in cui eravamo maestri, penso ad un “area artigianale” naturalmente secondo le specificità proprie del territorio; di uno sportello “amico” che metta in relazione con il mondo, con le aziende locali e non, invece di sfornare Suap a valanga: il lavoro. Di un nuovo piano casa, così che crearsi una vita indipendente da mamma e papà non sia impossibile alla nostra età: il futuro. E ancora, è tempo di un turismo integrato; di tutelare, conservare e rendere fruibile il nostro patrimonio storico artistico; di infrastrutture e di servizi; di un qualità dell’offerta formativa a 360 °; di nuovi spazi di aggregazione, che sia un campo di calcio, un palazzetto dello sport agibile, di un palco su cui salire, di un teatro qui, non altrove: in una parola è ora di una città sistema. Un viaggio di scoperta, per Proust, non è – conclude Di Tommaso - scoprire nuove terre, ma avere occhi nuovi. E con occhi nuovi guarderemo avanti, guarderemo la città”.

Alessandro Di Tommaso, segretario del Pd
Partito democratico – circolo di Terracina
Terracina, 2 maggio 2011

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